Orizzonti

La parola orizzonte, la cui storia, attraverso il greco prima ed il latino dopo, porta ad un etimo incerto: hóros, contiene un significato ambiguo, vuol dire "limite, confine". Tale ambiguità, nel tempo, si è mantenuta, sia nell'attribuzione fisica che in quella metaforica. Linea "virtuale" che, insieme, congiunge e separa, nega la sua stessa esistenza, "illusione" ottica, paesaggio e via irraggiungibili, rappresenta quell'infinito consolatorio ma che può essere origine, anche, di smarrimento e di paura. Confine di convenzione (non solo per noi liguri di costa) tra "territori" e materie "mobili" quali sono l’aria e l’acqua, suppone e suggerisce la circolarità, un percorso continuo. L'orizzonte celeste degli astronomi fa immaginare quella sfera celeste i cui poli hanno i mitici nomi di Zenit e Nadir. Un orizzonte "negato" depriva l'ampiezza della conoscenza e spegne il bisogno di assoluto. Questi concetti così complessi e la loro valenza di archetipo, Deanna Galletto è riuscita ad esprimere nei suoi lavori che proprio all'orizzonte sono ispirati. Metafore e “geografie” prevalentemente nelle modulazioni degli azzurri, ma con elaborazioni di grande efficacia anche nelle tonalità delle terre e dei bianchi, sono realizzate con quella tridimensionalità e quel privilegio della materia che quest’artista porta avanti da molto tempo con consolidata padronanza e originalità. La composizione delle opere, la fuga prospettica delle linee, la dimensione dei dipinti, rafforzano ulteriormente l'orizzontalità proposta. Dove il "limite" e l'orizzonte sono verticali, diventano un'apertura misteriosa, più frattura che confine tra il mondo esterno e quello interiore, frattura segnata da lamine di metallo la cui metafora è scoperta.

Giovanna Riu, La Spezia, Luglio 1996